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Fedora 16: cosa ci aspetta

Le novità della futura Fedora, nome in codice Verne: filesystem, kernel, desktop, boot loader
Le novità della futura Fedora, nome in codice Verne: filesystem, kernel, desktop, boot loader
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Sono passati 6 mesi dall'ultima versione di Fedora, il sistema operativo sponsorizzato da Red Hat che, insieme a poche altre distribuzioni, risulta una delle soluzioni più apprezzate dalla comunità open source e da tutto il mondo Linux. E, come preannunciato, arriva puntuale Fedora 16, soprannominata Verne dalla comunità di Fedora Project (dopo una minuziosa quanto curiosa selezione tra tante alternative).

In questo articolo presenteremo alcune novità che riguardano Fedora 16, insieme ad una panoramica generale del sistema operativo.

Le novità di Fedora Verne

Figura 1: La schermata di log-in di Fedora 16 Verne
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Figura 1: La schermata di log-in di Fedora 16 Verne

Il filesystem

Una delle notizie che circolavano già poco prima dell'uscita di Fedora 15 era l'introduzione, come nuovo file system di default, del nuovo Btrfs. Supportato da alcune grandi società, come Nec, Oracle, Fujitsu e la stessa Red Hat, Btrfs è stato ottimizzato per gli hardware di ultima generazione, e offre ai sistemi che lo utilizzano diverse caratteristiche innovative. Secondi alcuni recenti test (per citarne uno, vi rimandiamo al nostro blog oneOpenSource), si tratterebbe di una soluzione molto più performante rispetto ai risultati ottenuti con Ext4, grazie anche alle migliorie introdotte con il nuovo kernel Linux 3. Purtroppo, però, già ad agosto Josef Bacik, uno degli sviluppatori di Btrfs, ha annunciato l' impossibilità di rilasciarlo su Fedora 16, sebbene con ogni probabilità si tratterebbe semplicemente di una posticipazione alla versione 17.

Il Kernel

Rifacendoci a quanto accennato tra le righe poc'anzi, anche Fedora, come già avevamo visto su Ubuntu un paio di settimane fa, adotta la nuova versione 3 del kernel Linux (in particolare la 3.1), che introduce alcune novità riguardanti migliorie in ambito di compatibilità hardware con i processori ARM, un supporto più esteso a Btrfs (come dimostrano i test sopra citati) e qualche altra caratteristica che non approfondiamo. Nonostante il cambio del numero di versione, tuttavia, molti utenti concordano con il fatto che si tratta sì di una nuova versione, ma i sostanziali aggiornamenti che dovrebbero giustificare un cambio di numerazione non sono molto evidenti.

Grub 2

Passando dall'ambito kernel a quello utente, una delle “adozioni" più attese (tranne per coloro i quali si erano abituati al classico file menu.lst) è quella di GRUB 2, il boot loader che ha sostanzialmente sostituito il suo predecessore su quasi tutte le nuove distribuzioni Linux, e che finalmente approda su Fedora Verne. Il motivo di questa iniziale diffidenza che il team di Fedora sembrava mostrare, decidendo di continuare ad utilizzare GRUB Legacy (con alcune personalizzazioni), potrebbe essere ricondotto al periodo di “quiescenza" cui si è assistito relativamente allo sviluppo del boot loader in questione; a sostegno di questa ipotesi c'è il fatto che, recentemente, questa pausa si sia finalmente interrotta. Va inoltre aggiunto che il passaggio a GRUB 2 consentirebbe una compatibilità immediata con Btrfs (poiché il supporto è già presente), oltre che una veste grafica più facilmente personalizzabile.

Figura 2: GRUB 2 sarà finalmente il boot loader di default di Fedora
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Figura 2: GRUB 2 sarà finalmente il boot loader di default di Fedora

I Desktop

Riguardo all'ambiente desktop, ognuna delle maggiori spin di Fedora vivrà un aggiornamento alle nuove versioni dei desktop environment più diffusi: saranno utilizzati infatti GNOME 3.2KDE 4.7. Relativamente al primo, non bisogna dimenticare che una delle prime grandi distribuzioni ad installare GNOME 3 e la sua interfaccia totalmente innovativa era stata, appena sei mesi fa, proprio Fedora Lovelock, e ancora oggi la strada percorsa è la stessa.

Un'interessante caratteristica che verrà introdotta sarà la possibilità di ampliare i metodi di input utilizzabili tramite l'integrazione software con GNOME Shell. Lo scopo è quello di aumentare i dispositivi target per questo sistema operativo (migliorando l'accessibilità), e la possibilità di utilizzare simboli non standard, in modo da incrementare l'usabilità del sistema. Per farlo, sarà messa a disposizione degli utenti la possibilità di attivare una tastiera software personalizzabile (eekboard), cosa che fa pensare ad un utilizzo di Fedora anche su dispositivi tablet.

Figura 3: eekboard sul desktop di Fedora 16 Verne
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Figura 3: eekboard sul desktop di Fedora 16 Verne

Programmazione

Per il mondo dei programmatori e dei ricercatori scientifici, come al solito Fedora resta sempre molto all'avanguardia. Sarà introdotto il supporto ai linguaggi Ada e D2, l'aggiornamento a Perl 5.14 ed un plugin di GCC che consente la compilazione di script Python. Un'altra interessante novità è l'introduzione ufficiale della nuova Robotics Spin, costruita grazie al lavoro di programmatori provenienti da diversi progetti dell'ambito (quali Fawkes, Player/Stage o RoboCup 3D Soccer Server). Include una serie di strumenti per lo sviluppo e la simulazione, che hanno l'obiettivo di “aiutare i nuovi utenti a tuffarsi rapidamente nel mondo della robotica”. Per tutti gli interessati, rimandiamo l'approfondimento alla relativa pagina Wiki su FedoraProject.org.

Quelle viste non sono, però, le uniche novità introdotte con Fedora 16. È stato rimosso, infatti, un vecchio layer di astrazione dall'hardware, HAL, divenuto ormai pesante ed obsoleto. Inoltre, la community ha deciso di raddoppiare la limitazione relativa al numero massimo di account utente possibili su un solo sistema operativo, passando da 500 a 1000. Sono stati introdotti alcuni software per il cloud computing, come:

  • Aeolus Conductor, software che fornisce un'interfaccia web per la gestione di più istanze cloud;
  • pacemaker-cloud, che consente, con un'interfaccia a riga di comando, si gestire servizi per applicazioni in ambienti cloud-based
  • OpenStack, insieme di servizi utilizzabili per eseguire computazioni cloud-based o installare architetture di cloud storage
  • Condor Cloud, strumento che consente l'utilizzo di risorse hardware remotamente, fornendo un'interfaccia basata su Deltacloud

Altri software interessanti sono la suite per la grafica 3D Blender 2.5, un'insieme di API per il monitoraggio e la gestione delle risorse di sistema (Matahari) e tutti quelli inclusi nella feature list ufficiale di Fedora 16, che i lettori più curiosi possono consultare per ottenere le più minuziose informazioni.

Conclusioni

Rispetto alle attese e alle voci che si sentivano qualche mese fa, la mancata introduzione di Btrfs diminuisce l'importanza di questo nuovo rilascio, sebbene il passaggio a GRUB 2 e a Linux 3 rappresenta senza dubbio una pietra miliare nella storia di questa distribuzione. Di fatto, quindi, Fedora 16 è e resta una grande tappa per Red Hat e per il team di sviluppo di questo progetto, sebbene poteva essere una grande tappa per l'intera comunità Linux. Ci toccherà avere solo un altro po' di pazienza...

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